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scaricare le canzoni, basta cliccare sul titolo con il tasto destro del mouse e scegliere
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*** N.B
: Normalmente un doppio click sul titolo permette, comunque, di ascoltare il brano. E questa che segue è una miscelanea di molti testi delle mie canzoni. Non sono messi per ordine ed ho mischiato quelli a carattere personale con quelli nati per il Cabaret, quelli a carattere sociale con altri che, semplicemente, esprimevano i miei pensieri. Scusatemi! (Se potete)
FEMMINILITÀ.
DONNA: LA NOSTRA LEGGEREZZA PUÒ STUPIRE,
LA NOSTRA VERITÀ VI SA INCANTARE
UN BATTITO DI CIGLIA PUÒ AMMALIARE:
NON SEMPRE VI È FACILE CAPIRE
È IL SEGRETO DI ESSERE DONNA IL SAPER TRASFORMARSI COSÌ.
BASTA SOLO CAMBIARE VESTITO O TRUCCARSI IN MANIERA DIVERSA,
NOI GIOCANDO COI TRATTI DEL VISO, IN UN NEO NASCONDIAMO UN SORRISO,
E SCOPRIAMO LA NOSTRA MALIA, LIBERANDO LA NOSTRA MAGIA.
SEMPRE, VI CONFONDIAMO COL NOSTRO MUTARE,
CAMBIANDO SGUARDI, ATTEGGIAMENTO E UMORE
E STRAPAZZIAMO, DOLCI, IL VOSTRO CUORE
MENTRE, A VOI NON RESTA CHE GUARDARE.
LA CRISALIDE MUTA IN FARFALLA, IL BOCCIOLO SI APRE NEL FIORE
E LA FEMMINA CHE NON GUARDAVI, SI TRASFORMA IN MAGICA DONNA.
È COSÌ CHE DESTANDO SORPRESA E GIOCANDO CON FRIVOLE COSE
CON LE ABILI MANI MUOVIAMO CON I FILI DEI SOGNI IL TUO CUORE.
OGNI DONNA NASCONDE UN MISTERO, UN SEGRETO CHE OGNUNA DI NOI SA
TU CHIAMALO SE VUOI: FEMMINILITÀ.
TU CHIAMALO SE PUOI: FEMMINILITÀ
AMICI DI UNA FESTA
Amici di una festa, poeti dell’estate,
gitani che cantate sulle glorie della guerra,
un giorno avete riso quando io mi son perduto
cercando sogni nuovi in un antica realtà.
allora m’insegnaste una canzone che cantammo
tutti insieme, ma era tanto tempo fa.
odia il tuo nemico, non perdonare mai
brucia coi tuoi giorni questo folle tentativo
d’insegnare l’odio a chi non lo sa.
amici di una festa, è morta una stagione,
si è sciolta un’illusione nella noia di tutti i giorni.
il carro è lo stesso, ma segue un’altra strada
e per questo motivo la morale è cambiata.
dall’aria grigia cola una calma
sonnolenza che congela le parole intorno a me.
menti con decoro, non rischiare più,
il menefreghismo è l’ideale più elevato,
nel torpore è la felicità
amici di una festa, fratelli di un estate,
baroni che insegnate qual’è arte del silenzio,
con l’animo ferito l’orgoglio dei poeti
si piega ad ascoltare i discorsi dell’inverno;
ma è necessario che qualcuno resti a cantare
anche per voi la rabbia che coltivo in me.
odia il tuo nemico, non perdonare mai
la menzogna è l’ultimo suo sporco tentativo
per infangare la tua dignità.
BANZAI
Giovani di vent’anni vestiti di bianco.
due perle vive in fronte colore della notte
sopra un bimotore che stende ali bianche
vanno incontro alla morte nel cielo del Giappone.
sta scritto tra le stelle che è valoroso il pino
che non cambiò colore col peso della neve.
quando l’hai lasciata, tua madre non ha pianto,
ma quando sarà sola piangerà in silenzio l’ultimo suo figlio.
mentre il sole nascente di rosso tinge l’alba
l’ultimo samurai la vita porge al cielo
i fiori di ciliegio son luce nel momento
quando s’aprono al sole e cadono nel vento
ma sopra il Fujiyama il fungo di Hiroshima
uccide ogni speranza nel cuore del Giappone.
con la tua morte scrivi una condanna eterna
che il tuo nemico bruci nelle terre d’oriente
l’ultimo suo figlio.
cento aerei bianchi si alzano nel cielo
verso il paradiso degli eterni eroi
sembra un ramo di pesco sospeso sul Giappone
BELLA BAMBINA
Bella bambina, se senti entrare dentro la finestra
questa canzone
dischiudi gli occhi e lasciati baciare
da tutti i sogni degli anni della nostra primavera
prima di sera la terra il nostro sangue bagnerà
col sole racchiuso dentro agli occhi
con la faccia impunita in mezzo al vento
col sangue che ci brucia nella pelle
senza una lira , col cuore in mano
cercando un sogno per l’eternità
ma domattina tu metti un fiore sopra alla mia tomba,
con un sorriso
poi chiudi gli occhi e lasciati baciare
dal sole caldo degli anni della verde primavera
prima di sera la terra intorno a te rinverdirà.
col sole racchiuso dentro agli occhi
con la faccia impunita in mezzo al vento
col sangue che ci brucia nella pelle
senza una paura, porca puttana,
a viso aperto contro la viltà.
bella bambina, dammi la mano
poi domattina tu metti un fiore sopra la mia tomba!
BERLIN
Il cielo è sempre grigio/ la gente è indifferente
Berlino dal muro di sangue/ ha solo canzoni di morte.
Berlin oh mein Berlin, Berlin.
cantava nel sole ogni ragazzo che è morto per te.
e mentre il modo invoca pace, sulle tue strade muore ogni giorno la libertà.
fate parlare la Friederichstrasse, fate parlare Brandeburger Tor:
racconteranno di Seidel, racconteranno di Fechter
e vi diranno le pene della mia bella città.
Berlin oh mein Berlin, Berlin.
la gente tranquilla si è già scordata di te.
daremo ai profughi una coperta e un lavoro alle fabbriche Krupp
purché non turbino il sonno di queste nostre città.
Berlin oh mein Berlin, Berlin.
nessuno più vuole sentire la tua preghiera.
si vive solo per una speranza e non si mendica la libertà
ma sulle croci del muro c'è l'erba della viltà.
Berlin oh mein Berlin, Berlin.
Berlin………..
BRANCOS E PRETOS
Brancos e pretos sao todos iguais
bianchi e neri son tutti uguali
una casa.... una casa sulla collina
la tua casa
e quella terra
dove hai portato un poco del tuo paese
una casa .....quella casa sulla collina
era la tua casa
e quella gente
che ha ucciso tutti i tuoi amici
era la tua gente
perché
brancos e pretos sao todos iguais
bianchi e neri son tutti uguali
e c'è chi t'ha condannato
perch tu volevi creare un mondo
fatto per la gente pulita
che combatte per un ideale
dove il coraggio
è la sola moneta che vale
dove serve ancora sperare
nel domani...nel domani!
Una casa...quella casa sulla collina sta bruciando.
ci sono intorno
tutti i volti dei tuoi parenti assassinati:
non erano neri!
brancos e pretos sao todos iguais
bianchi e neri son tutti uguali!
BUDAPEST
Sono sul monte, guardando giu' e vedo la citta', la nostra capitale in fiamme. in fiamme ruggenti accese dal Nerone rosso per festeggiare il proprio trionfo. Ardono le fabbriche e l'antico castello di Mattia Corvino e il museo nazionale dove PetÖfi recitò la sua poesia:
"Su magiari!". Si sgretolano i nostri vecchi palazzi sopravvissuti a secoli crudeli e sulle torri delle nostre chiese il gallo rosso strilla. Il cielo e' rosso, ed e' sangue umano. Sangue magiaro dipinge il lastrico stracciato dalle bombe. Giovanetti, ragazzi, operai caddero nella battaglia contro l'orda assassina di levante. il loro sogno era il rosso, bianco, verde e la parola santa che dice "liberta'". sto sul monte e vedo la massa di rovine che venne chiamata finora "Budapest"!
Sto sul monte e guardo giù
dove stava una città
sulle torri delle chiese
strilla forte il gallo rosso.
rosso è il cielo dalle fiamme
rosse le strade di sangue
rossi sono i carri armati
sta bruciando Budapest.
oh Budapest, oh Budapest
soli abbiamo perduto,
erano in tanti a parlare
quando non costava niente
ma adesso chi c’è a morire con noi?
oh Budapest.. oh Budapest.. oh Budapest
tu borghese d’occidente
tu hai moglie figlie amante
le tua case sono calde
e non ti va di rischiare
per Budapest.
Tu borghese d’occidente
hai raccolto sacchi d’oro
nati dal sangue magiaro
e poi ci hai incatenati
al gigante dell’est!
E accuso! io poeta muto da dodici anni che forse sarò muto per sempre. accuso! e non accuso te orda enorme d'asia, te orso brutale di mosca che non riuscisti ad essere europeo e non accuso te, canaglia vile, che hai voluto la nuova invasione dei tartari per salvare così la tua esistenza. ma accuso te occidente, che non hai ascoltato il nostro ultimo grido di aiuto. ti accuso, occidente che hai preferito l'asia lontana al popolo di santo Stefano. Occidente, non hai guadagnato tempo...soltanto una mezz'ora! e poi sulle rovine di Parigi, di Londra, di New York marceranno i carri armati del nostro tiranno. ricorda. allora tutto sarà compiuto. anche la maledizione del magiaro da te abbandonato! ricorda occidente, ricorda!
ed io ti accuso occidente,
domani anche tu piangerai
come il pezzente magiaro
da te abbandonato a Budapest.
oh Budapest.. oh Budapest.. oh Budapest!
Qui sul monte sto guardando
la fine di un illusione
nata lungo il nostro fiume
e che muore assassinata
con Budapest!
oh Budapest.. oh Budapest.. oh Budapest
CALMA PIATTA
In mezzo a tanta gente, tu eri differente
avevi in fondo al cuore il senso dell’onore.
poi il tempo è passato qualcosa è cambiato.
e hai accantonato i sogni che hai sognato.
ma si! ma si! in questa tua disfatta
hai scelto la calma piatta. ma si!
tu non vorresti mai soffrire, però accetti di subire
tu non sai più che cosa fare e quindi tiri a campare
nel tuo lento naufragare, non osi neanche più osare
però vorresti protestare e allora tu ti vuoi sfogare
e anneghi il tuo livore bruciando il tuo rancore
e nel tuo anonimato ti senti appagato
ma solo a tarda sera davanti alla tastiera,
con calma e senza fretta dentro la tua stanzetta
ma si! ma si! in questa stagione matta
hai scelto la calma piatta ma si!
e in questo tempo grigio in questo mondo oscuro
che ha spento il tuo futuro e ci ha rinchiusi in gabbia ,
io canto la mia rabbia per questo mondo boia.
tu la tua vita sciatta, l’affoghi nella noia
della tua calma piatta!
CANZONE PER UN DIO LEGIONARIO
POCHE PAROLE SENTITE PER CASO IN UN GIORNO GRIGIO VESTITO DI DOLORE
POCHE PAROLE DI UN TEMPO PASSATO MA CHE HANNO INCISO IL FONDO DEL CUORE.
AMO IL MIO DIO LEGIONARIO COL TASCAPANE A TRACOLLA,
AMO L'EROE ADDORMENTATO SULL'UMIDA ZOLLA.
AMO LE POVERE COSE, CHE OGGI MI OFFRE IL DESTINO,
AMO I BEI SOGNI CHE INCALZANO IL NOSTRO CAMMINO.
TUTTA LA VITA IO VISSI MA DEL PASSATO CHE RESTA?
UNA PREGHIERA CHE SCRISSI
E UN GRANDE IDEALE CHE HO DENTRO IL CUORE CHE HO NELLA TESTA.
AMO IL MIO DIO SCONOSCIUTO, AMO LA SUA FEDE ARDENTE
AMO IL MIO DIO CHE SA PIANGERE, CHE VEDE E CHE SENTE;
E QUESTA NOTTE SERENA, CHE TIENE SERRATO IL MIO CUORE
IL SANGUE CHE INSULTA LA VENA E IL GIORNO CHE PLACIDO MUORE.
POCHE PAROLE ORMAI INUSATE, POCHE PAROLE DIMENTICATE,
CHE MI HANNO SORPRESO IN UN GIORNO STRANO QUANDO IL DESTINO MI PRESE PER MANO
CANZONE SENZA TITOLO
È andata come è andata,
ho giocato le mie carte fino all’ultima occasione,
fino all’ultima partita.
è andata come andata
e ho pagato fino in fondo fino all’ultimo respiro
al bancone della vita.
ma è andata come è andata...però non mi arrendo
alla prossima mano date ancora le carte: io attendo.
se è andata come è andata,
mi rimane qualche cosa per giocare un’altra volta
sulla ruota del destino.
mi gioco una vita
spesa sempre ardentemente e non me ne frega niente
se restata un po’ sgualcita.
ma è andata come è andata però non mi arrendo,
alla prossima mano date ancora le carte: io attendo.
sul palco c’è restato solo un ultimo pagliaccio
sulla scena surreale di una stanca allegria,
e dice che anche lui non si arrende,
ma al prossimo giro fermate la giostra:
lui scende.....
CIELO VIOLA
Quanta neve spazza il vento
le parole sul cuscino troverai
quanto tu aprirai gli occhi
ad un giorno che era nato per noi due
ti amo tanto… ti amo troppo…
la farfalla cerca un fiore
per distendervi le ali colorate
e la pioggia bacia i campi
scivolando sugli steli delle spighe
non posso dirti… quanto ti amo…
Io ti amo come il vento è innamorato della luna
come il mare quando bacia il cielo all'orizzonte.
e soltanto il cielo ti potrebbe raccontare
le parole che ho inventato e che non so dire
ed il cielo è troppo viola
e la strada affollata è troppo vuota;
esplodiamo nella notte
e non servono parole per capire
quanto ti amo, quanto mi ami.
DANKA
Una bambina chiamata Danka
che non sapeva del nuovo corso
muore d'agosto uccisa a Praga.
cinque anni di vita
son pochi per morire
piccola Danka, piccola Danka,
dell'estate finita
e somigliava a un a ninna nanna
forse pensavi che fosse un gioco
quella ritmata canzone di fuoco
sole bugiardo dell'avvenire
sei diventato tutto di ghiaccio
da quando è morta la piccola Danka..
Danka!
Una bambina di cinque anni
io ti chiedo chi la consola
una bambina che muore sola.
cinque anni incantati
non li dovrebbe schiacciare
la rabbia stanca dei carri armati
piccola Danka.
sole di ghiaccio dell'avvenire
hai ammazzato anche le fate
quando hai spezzato
la fiaba di Danka.
una bambina chiamata Danka.
una bambina come un rimorso.
con lei si è spenta l'estate a Praga....Danka!
E POI…..
Che cosè? che cos'è?
la forza che mi brucia dentro al petto
è un guizzo bianco è un sole incandescente.
è fiamma viva, limpida e fremente,
passione, tenerezza, rabbia e affetto.
è voglia di abbracciarti per giocare
coi tuoi capelli, con il tuo sorriso,
facendo scivolare sul tuo viso
carezze che tu non potrai saziare.
e in questo tempo che non da più eroi
farti sentire femmina regina,
confondere la sera e la mattina,
e poi… e poi… e poi… e poi… e poi..
che cosè? che cos'è?
è un amore limpido e perfetto
è voglia di sfiorare la tua pelle,
specchiando nei tuoi occhi le mie stelle,
è un fiume caldo in cerca del suo letto.
è voglia del sapore della vita
di ogni tuo lungo sguardo malizioso,
del corpo tuo, caldo e misterioso
della tua espressione sbigottita.
e in questo tempo che non da più eroi
farti sentire femmina regina,
confondere la sera e la mattina,
e poi… e poi… e poi… e poi… e poi..
FIORI
Fiori, fiori, fiori, simbolo antico di nuovi amori, ma anche di gioie e di dolori,
di amicizie e di rancori che l’esistenza sempre ci dà.
chi le ricorda più quelle fiammate quelle vampate ardenti dentro al cuore.
quello che resta è noia infinita come una rosa rossa ormai appassita.
e in questa noia io cerco un fiore che non muoia.
belle le rose e il boccaleone e le zagare dolci e amare della prima stagione.
poi con l’estate che splendente avanza, i fiori di fuoco danno nuova speranza
fiori, fiori, fiori, come espressione dei nostri cuori, mille profumi, mille colori
per raccontare affetti e ardori o grandi gioie e anche dolori.
E poi l’autunno fatto di rimpianto di attimi di un tempo ormai scaduto
coi fiori quieti di un tempo vinto che chiude il ciclo degli ardenti amori.
ma nel mio inferno io amo i fiori rari dell’inverno.
quella stagione che non si fa amare e che col gelo invita a pensare.
Si, amo i fiori rari dell’inverno, di quella che è l’ultima stagione,
che ci regala l’ultima emozione, nell’anno che ogni anno se ne va.
fiori, fiori, fiori, sono espressioni dei nostri cuori, di grandi gioie e di dolori,
e di ricordi della tua vita che ogni giorno si porta via.
GISELA
Ti sei trovata in un mondo
che non sapeva sognare
che non poteva capire
cosa contasse per te.
e così un giorno dei tanti
quando tu eri più sola,
hai cominciato a pensare
a come fuggire di la.
certo il rischio era grande,
ma non avevi paura
e con un po' di fortuna
forse saresti passata
per venire di qua!
nella notte senza stelle,
la speranza nelle mani,
tu correvi in silenzio
verso un sogno di libertà.
una luce ti brilla negli occhi..
la tua strada corre incontro al tuo domani..
ecco sei quasi arrivata...
ecco sei quasi sul muro..
attenta...attenta!
(spari di mitra)
ti hanno lasciata morire
in mezzo al filo spinato
nessuno tende una mano
nessuno prega per te.
e di lontano una campana canta..
din don din don din don din don dan
freiheit!
GRAN SASSO
Ciò che non mi si può strappare: l’amore e il gusto della terra,
il nome di quelli che vengono nel mio cuore durante le mie notti tristi,
la fiducia nei miei fratelli e sempre il pensiero dell’onore.
Lassù sulle montagne
d'inverno non c'è nessuno
e in mezzo a un gran silenzio
ho visto un posto strano
tra fiori ormai seccati
ho letto un pò cancellato
il nome di quei soldati
di un tempo dimenticato
un cimitero nel sole
due croci bianche di neve
una corona di foglie che noi
cambiamo quasi ogni anno
e se n'è andata nel vento
la vostra gioventù folle
bruciata per chi ogni tanto vi da
soltanto una corona
andate verso una stella
che non potrà tramontare
anche se il vostro paese
chissà perché si vergogna di voi
un cimitero nel sole
due croci bianche di neve
una corona di foglie che noi
cambiamo di tanto in tanto!
lassù sulle montagne
d’inverno non c’è nessuno...
Quando me ne andò, parlatene amici miei
affinché io viva nell’opera vostra. tra lettere morte
spande ancora il suo profumo il fiore colto anticamente.
GRIDA
Grida più forte affinché' il vento possa soffiare
e sopra un prato di nuove speranze cantare
perché' tu possa inventare l'odio e l'amore
grida sempre più forte per farti sentire
grida più forte affinché' ti comprenda il domani
grida più forte affinché' ti comprenda la storia
grida per chi nelle celle sputa dolore
per chi soffre in silenzio, per chi muore
e il vento porterà la tua voce oltre le terre, i mari, i monti, e oltre le città
forse, per caso, qualcuno ascolterà, e capirà!
grida e diffondi il suono dei tuoi pensieri
per far capire davvero le troppe falsità
che ci stanno affogando
non puoi restare in silenzio a sopportare
bisogna che ci sia qualcuno che cominci a gridare
c’è un potere che ci vuole imbavagliare
è tutto il mondo che rischia di sprofondare
grida più forte affinché il mondo possa ascoltare
grida affinché' tuo figlio possa ricordare
e scopra che le sue mani sono fatte per fabbricare
sopra cristalli di sogni un cielo migliore.
IL CORAGGIO DI DIRE DI NO
Dicono sempre che tutto va male
che ci vorrebbe una rivoluzione
ma basterebbe trovare
almeno per cominciare
il coraggio di dire di no
alla gente che dice di si
il coraggio di rifiutare
le false etichette della società.
il coraggio di dire di no
alle offerte che il mondo ti fa
il coraggio di saper rischiare
scegliendo da solo le strade che vuoi
il coraggio di dire di no
ad un mondo che tutto ti da
il coraggio di essere soli
in mezzo alla massa tranquilla dei si
ma è una favola nata così
e che oggi di moda non va
una cosa da non ascoltare
perché può far male
accorgersi che
non hai coraggio di dire di no
il coraggio di dire di no !
IL MANIFESTO
Ho visto un manifesto sopra a un muro
che m'ha creato dentro un non so che...
e debbo dire, ne sono quasi sicuro,
che l'ho notato, non lo so perché.
informava chi passava, ch'era vero
che occhi d'acciaio se n'era andato via
se n'era andato, solo, al cimitero
stanco di questa falòsa democrazia.
Aveva combattuto in una guerra
di cui la gente non sa tutta la verità…
in cui s’ammazzarono sulla stessa terra
fratelli e amici che non poi scordà…
la vita infame non gli dette niente;
ma non s’era vergognato mai de dì,
dato che era un uomo coerente,
ch'era stato nella erressei!
Per lui ci stava solo un ideale
che non poteva certo rinnegare
per questo è finito tanto male
s’era stancato pure di campare.
Ma era un uomo che aveva un cuore
e rispettava sempre pure chi
seguendo un'altra legge dell'onore
all'altra parte aveva detto si!
Non come adesso che non c’è più fede
ma solo tanta smania d'arricchì
e che è proprio fesso chi ce crede
che per un’idea un uomo può morì.
Senza fanfare e senza poesia,
sopra un furgone, senza disturbà,
occhi d'acciaio se n'è andato via:
lui ci credeva nella dignità!
IL MIO PAESE
il mio paese è circondato
dai monti e dal mare
per lunghi prati e per larghi cieli
dovrai passare
se vuoi arrivare nel mio paese dove le rose
sanno fiorire in un raggio di sole
nel mio paese ho calpestato la terra antica
mentre cercavo troppo lontano una voce amica
poi qui' ho visto che l'erba che nasce lungo la strada
nasconde diamanti di pura rugiada
e ho scoperto che la mia gente
segue sempre i miei stessi sogni
e che se una barca affonda nel mare
si perde anche un poco di me
nel mio paese canta soltanto
l'urlo del vento
sopra le chiese senti il lamento
delle campane
sta soffocando questa mia terra e non c'e' niente
che dia speranza alla mia gente
ho detto ai pioppi, agli oleandri e ai tamerici
che io li invidio perché' hanno ancora lunghe radici
mi hanno risposto proprio la terra che hai calpestato
le tue radici ti ha conservato
guarda e ascolta
è la tua gente
scava in fondo
nella tua terra
e vedrai che domani in quei campi
l'erba ancora più verde sarà
IL MIO TESTAMENTO
Quando verrà la notte e me ne andrò
non porterò molto con me.
forse nel mio tascapane
non ci sarà nemmeno una lira
ma ci saranno tutte le cose
che ho avuto care nella mia vita:
un gesto, un pensiero, un sorriso, qualche parola..
e una grande speranza che è vissuta con me.
lo vedi, sono cose leggere.
per gli altri non contano niente.
ma sono le cose che han fatto la mia umanità.
quando verrà la notte e me ne andrò
io porterò i miei sogni con me...
IL POETA
IL MONDO CANTAVA CONTENTO LE SOLITE STORIE SGOMENTE
DI GIORNI PERDUTI PER SEMPRE, DI DONNE, DI MITI, DI NIENTE
MA C’ERA QUALCUNO CHE AVEVA NEL CUORE PAROLE DI STOPPA,
LE LABBRA PIU’ FREDDE DEL GHIACCIO, LA BOCCA IMPASTATA DI GELO.
CANTAVA SOLTANTO CANZONI, DICEVA PAROLE UN PO’ STRANE
CERCANDO DI FARCI CAPIRE CHE, A VOLTE, SI MUORE D’AMORE,
MORÌ IL POETA MORÌ, E NESSUNO SAPRÀ COME MAI FOSSE QUI
CON NOI NON PARLAVA DI SE, NON CHIEDEVA PIETÀ, REGALAVA I SUOI SOGNI.
CHISSÀ SE QUALCUNO VERRÀ A SPIEGARCI PERCHÉ SE NE SIA ANDATO VIA
AVEVA SILENZI DI PIETRA E LABBRA CUCITE D’AZZURRO,
MA IL SUO COLORE STONAVA COL GRIGIO DEI NOSTRI TRAMONTI.
SERBAVA NEGLI OCCHI SOGNANTI RICORDI E PAROLE PERDUTE,
MA ORA LI CHIUSI PER SEMPRE SUL NIENTE DI TANTI RACCONTI.
COSÌ HA TACIUTO PER SEMPRE QUELL’UOMO DIVERSO DA NOI
E NON CI VOLUTO NARRARE DOV’È LA FORTUNA DEI VIVI
VERRÀ, QUALCHE MATTO VERRÀ A SPIEGARCI COS’È UN POETA E PERCHÉ
PUÒ MORIRE PER NOI SENZA CHIEDERE MAI, MA TACENDO DI SE,
MA POI UN POETA COSÈ? MORÌ IL POETA MORÌ!
IL RAGAZZO CHE CORREVA
Lungo la spiaggia dei sogni ardenti
correva un ragazzo, coi capelli al vento,
senza paura e quasi incosciente
nell'affrontare l'amara realtà
e mentre correva, gridava alla gente,
che non comprendendo lo stava a guardare,
di avere appena inventato il sole
di avere scoperto che la fe1icità
non è nascosta nell'arricchimento,
nell'egoismo, nella notorietà,
nell'ipocrisia o nell'idea
che il mondo è dei furbi e della viltà.
in tasca aveva un grande sogno
un'utopia da realizzare
una bandiera da far svento1are
come un segnale per l'umanità.
e raccontava le storie antiche
di anime grandi che hanno lasciato
le loro orme, confuse dal mare,
sopra la sabbia della verità.
e le paro1e che lui cantava
erano traccia di un'umanità
che aveva inventato un'isola nuova
nel mare quieto della mediocrità.
e il potere cercò di fermarlo
perché le parole che egli gridava
scuotevano troppo gli animi persi
di chi ascoltava quella voce nel vento.
ed arrivarono le guardie armate
per arrestare la corsa del folle
che osava mettere in discussione
il mito della globalità.
ma quando giunsero sulla battigia
non c'era ombra di chi era passato:
soltanto segni di orme profonde
che il mare stava ormai cancellando.
restò la forza di quei racconti,
di quelle parole gettate nel vento,
da quel ragazzo che stava correndo
incontro a un sogno d'identità.
IL SOLDATO
Dentro la canna, la canna,
la canna del fucile
ha messo una rosa,
una rosa dei suoi campi
che gli ha regalato
l'amica del suo cuore.
ed è così che è partito!
caro amico, caro amico
porti appresso il paradiso
che laggiù dove stavi
una rosa è la vita
caro amico, e così ti senti il cuore
volare nell'eternità
nelle giberne, giberne,
giberne che ha sul petto
ha messo le sue foto
con le foto degli amici,
della mamma, del suo cane
e della prima comunione.
ed è così che ì partito!
caro amico, caro amico,
porti appresso il paradiso
che laggiù dove stavi
i ricordi son la vita
caro amico, e così ti senti il cuore
volare nell'eternità!
Poi dentro il cappello, il cappello,
il cappello col pennacchio
ha messo un pò d'acqua,
e nell'acqua una ranocchia:
due gocce di pioggia
e una rana dei suoi prati.
ed è così che è partito!
caro amico, caro amico,
porti appresso il paradiso
che laggiù dove stavi
due gocce di pioggia son la vita
Caro amico, e così ti senti il cuore
volare nell'eternità!
Poi quando il nemico, il nemico,
il nemico è arrivato
gli è andato incontro
con la rosa appassita,
la ranocchia, dei ricordi
e negli occhi un sorriso..
ed è così che c'è restato!
caro amico, caro amico,
hai raggiunto il paradiso
che nessuno t'ha insegnato
che un nemico non sorride
caro amico, e così ti senti il cuore
volare nell'eternità
davvero nell'eternità!
IL SOLE DEL SUD
Il sole del sud
che piove nei grappoli d'oro
dentro le vigne addormentate
nel mio paese.
Il sole del sud
spacca la terra e le montagne
cercando antichi tesori
nascosti al tempo.
Qui il vento è un signore
che come un re fa da padrone
e canta la stessa canzone
da mille anni
il sole del sud
che scende a picco sulle case
sui tetti rossi di mattone
nei campi gialli e li colora
e sul campanile,
le pietre bianche alle fontane,
i lunghi solchi nella terra.
le strade grigie
Il sole del sud
che si addormenta
dentro gli occhi
di belle donne innamorate
del sole
nella mia terra.
INCONTRO
Incontro, io te
il cielo è un miracolo
tra rossi rami d'alberi
tesi lassù come mani
Incontro, io e te
sorrisi che si cercano
sguardi che si accarezzano
e la verità
la ritrovo in fondo agli occhi tuoi
e niente esiste più
e ci siamo solamente noi.
C'è un vento tra i capelli
che li scioglie al sole
come fiori
mentre nasce il nostro incontro
e lassù coriandoli di nuvole
negli occhi ci carezzano
mentre ci perdiamo insieme
io e te
e la verità
la ritrovo in fondo agli occhi tuoi
e niente esiste più
ci siamo solamente noi.
c'è un vento tra i capelli
che li scioglie al sole
nel concerto di un incontro
e lassù coriandoli di nuvole
negli occhi ci carezzano
mentre ce ne andiamo insieme
io e te
IO NON MI PENTO
Io non mi pento mai di ciò che ho dato
dei sogni per i quali ho combattuto
delle parole al vento che ho cantato
e né degli ideali che ho vissuto.
io sto con quelli che conservano illusioni
e stringono le idee tra le dita,
che ascoltano ancora le canzoni
e sanno il significato della vita.
stringi ancora tra le dita il sapore della vita,
gioca a dadi con la sorte: in fondo, che t’importa della morte?
Io resto con quelli che nel petto hanno un cuore,
che hanno gli occhi chiari di onestà,
che credono all'orgoglio ed all'onore
e che non sanno cosa è la viltà.
che sanno che si lotta fino in fondo
quando si crede in una cosa vera,
e affrontano i rischi che offre il mondo!
e sanno che non si abbassa la bandiera.
stringi ancora tra le dita il sapore della vita,
gioca a dadi con la sorte: che t’importa della morte?
con loro, non rinnego la mia vita
che ho bruciato consapevolmente:
la nostra idea io non l'ho tradita!
di tutto il resto non mi frega niente
LA BALLATA DELL’ILLUSIONE
Forse perché è la fine di un’illusione
forse perché con lui imparammo a odiare
ma quando pronunciamo questo nome
c’è sempre chi vorrebbe non ricordare
solo seguì la strada e gli altri intorno
ad aspettare che fosse arrivato;
poi quando il sole illuminò quel giorno
da tutto quanto il popolo fu acclamato
La gente grida per il vincitore....
il gregge segue sempre il pastore....
ma un uomo è sempre un uomo anche se è forte
è come una sirena l’idolatria
che sorridendo cambia la sua sorte
e vede amici dove c’è ipocrisia
quelli che hanno vissuto nella sua gloria
e sotto la sua stella hanno camminato
quelli che gli hanno detto: tu sei la storia:
sono gli stessi che poi lo hanno tradito.
La domenica delle palme
buttano le vesti sotto le sue scarpe...
Ci fu una donna con uno sguardo ardente
che lui fosse potente non le importava
e lo seguì fin dove la vita è niente
per lei era soltanto l’uomo che amava
e insieme e lui donò la propria storia
senza nemmeno essere processati
lasciando un solco cupo nella memoria
di giorni che abbiamo dimenticati.
La giustizia gettiamo via
in nome della democrazia..
penzola li nel vuoto quel crocifisso
appeso per i piedi alla sua sorte
di amare invano ed essere odiato tanto
chi potrà mai vantarsi della sua morte?
La libertà non vedi in viso
il sangue macchia il suo sorriso.
la libertà... ma quale libertà...??
LA FORZA DELLA GIOVENTÙ
Nessuno può fermare la gioventù
ed ogni ragazzo lo sa. ce l’ha scritto in fondo nel cuore.
la sua forza è la sincerità. il suo credo è la diversità.
voglia d’aria nuova ed onestà. e il coraggio della verità.
correndo, verso i sogni che costruirà,
e il sentirsi solo sarà solo un incentivo maggiore.
come altri hanno fatto già per lasciare un’eredità.
fuori schema e censurati già, per un’utopia di società.
e ancora senza opportunismi sono qui
con il sano orgoglio di chi si riappropria della sua storia.
e lo fa rischiando anche per noi, con coraggio e con sincerità
senza accettare dogmi che brucino la nostra libertà.
e ci parla di socialità, patriottismo, onore e dignità.
senso di giustizia e di equità e del colore della libertà
nessuno può fermare la gioventù.
LA GENTE TI DIRÀ
la gente ti dirà:
ma chi te lo fare,
pensa agli affari tuoi
e tira a campare.
la gente ti dirà:
arrangiati se puoi,
ma tu dai retta a me
non ti arrangiare.
nel cuore della gente
che resta sempre a galla
nessuno ha mai trovato
una grande illusione.
io sono un pover’uomo
e vado spesso a fondo
ma in tasca ho tanti sogni
da coprire il tuo mondo.
ma che non ti accada mai
come a chi non potrà
cantare più
la libertà.
LA MIA CITTÀ
In mezzo al cielo addormentato
su pietre grigie di antichità
un sole stanco culla la storia
nell’aria quieta della mia città.
mentre i platani nei viali si tendono le mani
in un abbraccio verde, nel blu
e superbe le fontane inventano cascate
che sembrano bandiere.
Sei la mia città, non finisci mai
di illuminare strade antiche
con la tua solarità
Carezzando la città il fiume se ne va
portando strane cose con se:
foglie secche impazzite
in un valzer infinito,
un pensiero ed una rosa.
Sei la mia città non deludi mai
chi rinnova i sogni nella fiamma
della tua civiltà
Quando il tramonto trabocca in cielo
e tinge i muri d’oro e lillà
cento campane sciolgono al vento
la voce antica della mia città:
strade strette e grandi cieli,
profumo di osterie, nel cuore della mia città.
in un buio cabaret ci puoi trovare chi
ti canta una canzone:
Sei la mia città, non c’è stata mai
una tanto bella come te
perché tu sei la mia città.
LA MIA GENTE
Sono stato a cercare sotto soli lontani
coltivando illusioni di sogni perduti.
ho cercato un sorriso negli occhi lontani
di gente che canta quei cieli stranieri
ma la mia verità la ritrovo soltanto
nello sguardo sfottente
della gente quaggiù
La mia gente ha gli occhi del sole
i capelli nel vento, mille sogni nel cuore
ma non piange mai
la mia gente conosce il dolore
e rischia ogni giorno, poi paga per se
ma non si arrende mai
Sono stato a bere il profumo del mare
in un sogno abbagliante di vele distese
sono stato sui prati coltivati dal vento
a rubare colori alla terra orgogliosa
Ma la mia illusione è fiorita soltanto
nell'aperta risata della gente quaggiù.
La mia gente è cinica e amara
ma quando hai bisogno ti tende la mano
e poi non ne parla mai
la mia gente ha una gran febbre nel cuore
ha lo sguardo lontano che cerca qualcosa
che non trova mai
la mia è gente che canta l’amore
che ama la sua terra, che rispetta la vita
che dà tutto di sé.
la mia è gente che non sa pregare,
non chiede mai niente al sorriso di dio
ma non bestemmia mai!
la mia gente, la gente come noi.
LA RUOTA DEL TEMPO
Gira la ruota del tempo
e un altro giorno va via
il sole sorge e tramonta
anche senza di noi.
come una barca sul fiume
la vita segue il suo corso
e giorni lieti e infelici
rincorrono il tempo
Giorni dopo giorni
ore dopo ore
questo carnevale
se ne va
Cambia intorno il mondo
e anche le stagioni
e invece tu
non cambi mai.
come una barca sul fiume
la vita segue il suo corso
e giorni lieti e infelici
rincorrono il tempo
giorni dopo giorni
ore dopo ore
questo carnevale
se ne va
puoi cambiare il mondo
come le stagioni
e forse il tuo destino
lo cambierai
perché’
gira la ruota del tempo
e un altro giorno va via
il sole sorge e tramonta
anche senza di noi.
e il tempo va e noi con lui
ti accorgi che in fondo poi
siamo noi
che ce ne andiamo?
LA VALIGIA (La canzone della terra perduta)
Una bottiglia di vino per il compaesano, nella valigia.
Un pugno di terra, nella valigia,
ed un cielo azzurro, nella valigia
e tanto coraggio, nella valigia.
E tutti i campi che tu hai potuto vedere, nella valigia;
e le parole che non hai saputo mai dire, nella valigia;
e un grappolo di sogni:
lontano, lontano, lontano, lontano, lontano ...
Ed ora corri col treno verso il domani.
C'è la tua terra perduta con le speranze
dei sogni che nascono all'alba,
e che non tramontano mai.
Una bottiglia di vino per il compaesano, nella valigia.
E tutti i campi che ancora ti puoi ricordare, nella valigia;
gli arrivederci a chi non puoi più rivedere, nella valigia
e gli occhi di tua madre:
lontano, lontano, lontano, lontano, lontano,
nella valigia,
L'AVAMPOSTO
lui chiuse gli occhi sull'avamposto
e gli spuntava un fiore,
come una rosa al sole d'agosto,
nel petto, proprio sul cuore.
poi dal giubbotto gli cadde qualcosa
che luccicò in quel momento
in mezzo al fango di terra sabbiosa
in un turbinio di vento
forse la paga di un volontario
in una terra straniera:
una moneta per un mercenario
caduto senza preghiera.
chi la cercò dopo quella battaglia
nell'acqua in mezzo al canale
trovò soltanto una vecchia medaglia,
compenso per un ideale
con gli occhi chiusi e sul volto un sorriso
lui regalò la sua storia..
gli si leggeva ancora sul viso
il sogno della vittoria.
cadde al suono dell'ultimo sparo
in una contrastata guerra
nel suo giubbotto non c'era danaro:
ma solo un pugno della sua terra.
LUCANIA
Lucania
paesi che fioriscono dalle rocce
case bianche di calce
Quando l'estate profuma la terra
ed inventa colori di fuoco
vola nell'aria una vecchia canzone
nata nel cuore della mia gente
sotto l'arco di un cielo vivo
il riso stellato di una ragazza
scompare cantando nel sole
giallo stridente della
Lucania
i bianchi cieli stesi ad asciugare
le piogge dell'inverno
Nella piazza del mio paese
lungo i muri imbiancati di calce
stanno i vecchi a raccontare
storie di miti e di antichi tabù
Poi la sera nell'osteria
passi il tempo bevendo un boccale
si parla di tutto è come un giornale
nato nel cuore della
Lucania
Montagne che si spaccano franando
sotto il sole rovente
Muore un giorno nasce una vita
ma non muore mai la speranza
ogni tanto qualcuno che parte
un pezzo di cuore della
Lucania!
MADRE PAURA
Io ti capisco quando mi dici che è molto meglio vivere male,
senza far guerre, senza nemici, che morir bene per l’ideale.
Hai la tua auto, hai la pensione,
hai l’amicizia di ogni tuo padrone
Sarebbe triste dover lasciare amante moglie e televisore
Per la speranza di conquistare un avvenire un po’ migliore
Ognuno pensa ai fatti suoi, non è più tempo di santi e di eroi
La vecchia fede ormai s’è spenta, si è spento il sole nel nostro cielo
La gente saggia vive contenta del proprio vuoto, del proprio gelo
Rifiuta sempre ogni avventura resta fedele a madre paura
La tua mammina chi la consola se d’improvviso devi partire
E di mammina ce n’è una sola e tu non devi farla soffrire
Madre paura ha tanti figli tra pacifisti, preti e conigli
Difendi bene questa tua vita lascia che muoia chi vuol morire
Esiste sempre una via d’uscita per ogni furbo che sa tradire
E in questo modo vivi cent’anni
Da pecorella ma senza danni.
Ma gira gira, gira la ruota, mio caro amico non sei immortale
Tu scegli sempre la morte idiota che un bel morire fa molto male
La nuova storia insegna questo
Morir da uomo è disonesto
Muori di droga, sull’autostrada, in aeroplano, in trattoria
Oppure compra, male che vada, un po’ di morte in farmacia
Tutta la pace che a te tocca te la daranno due zolle in bocca
Ai giorni nostri come tu vedi si può morire ma non in piedi
Perché son giorni fatti per noi
Non è più tempo di santi e di eroi.
MARINAI
Sopra i mari che cingono la terra
quando il vento narra alle conchiglie
nella sera i racconti della guerra
gli sorridono soltanto i marinai
nella notte brilla un faro laggiù
chiama a casa chi non ritorna più
Quando il cielo accende le sue stelle
che nel mare disegnano la strada
quando inventa le favole più belle
gli sorridono soltanto i marinai.
quante navi nel profondo più blu..
quelle prore non si sfidano più
Marinai con occhi da bambini
sopra navi nude come croci
verso il vento cantate ma le voci
se le porta verso il fondo il mare blu
quante navi stanno in fondo laggiù
che il mare abbraccia e non lascia più!
LE MARIONETTE
La faccia dipinta, due stracci, una toppa
il corpo de legno e la testa de stoppa.
E un burattinaio con occhi di fuoco
le fa ballare seguendo il suo gioco
la gente si ferma e sorride ad un lazzo,
ma poi tira via pensando E' UN PUPAZZO!
Le marionette!
Ma come pupazzi, i fili noi abbiamo
legati alle braccia, ma non li vediamo
e un burattinaio feroce ci tira
ci fa ballare, ci sbatte e ci gira...
ci sente vigliacchi e in fila ci mette
insieme a tutte le altre marionette
Le marionette
Noi marionette con gli stessi gesti
curviamo la groppa
di legno e di stoppa
al burattinaio!
MASCHERE
È l’antica tradizione
in un popolo che vive
che dà il nome di nazione
alla sua identità.
e talvolta certe immagini
perse dentro un’illusione
dal passato, poi ritornano
sulla scena immortale
della loro realtà
Maschere, maschere
antichi teatranti
eterni ambulanti
del riso e del dolore
maschere,
bugiardi ed intriganti
astuti commedianti
dell’odio e dell’amore
Ma non vanno sulle scene
le nuove maschere moderne
che si mostrano oscene
nella quotidianità
si travestono da politici,
magistrati o industriali
ed ingannano diabolici
chi ha l’animo indifeso
nella sua onestà
Maschere squallide
d’ignobili briganti
di ladri e lestofanti
che ignorano l’onore
maschere,
e sono proprio tanti
son gnomi, ma giganti
d'ogni viltà e rancore
non sentiteli... dimenticateli ..
ricordatevi solamente di noialtre..
maschere, maschere
antichi teatranti
eterni ambulanti
del riso e del dolore
maschere,
ma dietro queste maschere
lo spirito è sincero:
noialtre .. lo abbiamo un cuore.
NELL’AURORA
Viviamo l’avventura di un tempo senza storia
che ha spento i valori e offeso la memoria
l’amore e’ solo un termine, l’onore non si porta,
in questi tempi lividi ogni passione è morta!
e hanno ucciso anche gli dei
e intorno vedi.. soltanto tristi sguardi bui
senza luce
ho visto solo incubi nel buio disperato
che non ci ha dato niente e niente ci ha lasciato.
ti basta una pasticca e tu schiavo moderno
i sogni te li bruci in questo nuovo inferno.
ma qualcuno resta tra di noi
a raccontare … storie di miti, santi ed eroi
senza tempo.
finite ormai le favole, quello che ci rimane
e' assenza d’ideali, fedi contorte e strane.
ma basta un’idea e un’era si conclude
il tempo sta scorrendo nelle tue mani nude.
e si scuoteranno i cuori bui
come se … non si fossero persi mai
nella notte.
e s’apre una musica nel fondo di pensieri
che sono ancora liberi, che sono ancora veri.
nel cuore nasce un seme, come testimonianza
di un sole ideale che scalda la speranza.
è un sole che esploderà
e vive in noi … e dentro noi rinascerà
nell’aurora… un’aurora
che spazzi via i giorni bui
PADRE NOSTRO
Padre nostro che sei nel cielo anche tra la gente che non può più sperare niente ogni tanto qualcuno ti chiama. Padre nostro che sei nel cielo e anch’io t’ho chiamato giorni interi a voce tesa mi ha risposto soltanto il silenzio. ma non ti chiedo riposo non ti chiedo ricchezze, potere o tranquillità:
dammi mio Dio, quello che ti resta quello che nessuno chiede mai. dammi la lotta, dammi l’inquietudine e la disperata ansietà dammi il tormento, dammi la rabbia di questa dannata realtà. ma dammeli ora, definitivamente, perché io non so se avrò sempre tanto coraggio per poterti chiedere ciò.
Padre nostro che sei nel cielo anche tra la gente che non può più sperare niente ogni tanto qualcuno ti chiama. dammi mio Dio, quello che ti resta, quello che nessuno chiede mai. ma dammi la fede, dammi il coraggio, ... la forza di essere me.
PORTA METRONIA
Porta metronia
quattro palazzi
gialli di sole
sotto un piccolo cielo
Per noi ragazzi
di porta metronia
c'era un sogno
che non si avverava mai.
Qualcuno suonava un armonica…
Porta metronia
uno alla volta
siamo partiti
dalle tue strade
Qualcuno resta
ad aspettare
anche tutta una vita
che si avveri quel sogno
suonando un armonica….
QUANDO ERO BAMBINO
fantasie non abbiam
al denaro noi pensiam
come automi noi viviam
noi adulti siam
e veloci camminiam
sulle strade che tracciam
noi adulti siam
Quando ero bambino e c’era il vento
lo ascoltavo raccontare
mille storie senza tempo e senza storia
quando ero bambino disegnavo in mezzo al cielo
con le nuvole di stoppa
mille eroi senza tempo e senza storia
e una conchiglia era come un tesoro
da nasconder sottoterra ricoperta di stagnola e fili d’erba
quando ero bambino non sedevo in un ufficio
dietro una scrivania col mio nome
ma che non sarà mai mia
Ora un po' per volta mio ci sono abituato:
io non sono quel bambino, lui è rimasto nei ricordi del passato.
ma a casa mia ce n’è un altro che ascolta raccontare
storie di guerrieri antichi senza armi e senza nome.
SCENDE LA NOTTE
Avrei voluto cantare il mio amaro paese
ricco di storia e monumenti
e raccontare i suoi momenti di gloria, di cultura e di civiltà.
Ma scende la notte sulla mia terra
scende una notte bugiarda.
La civiltà si rinnega: il fuoco antico non arde più.
Niente più canti e lungo le strade
Soltanto grida straniere
La verità si nasconde: iI nostro mondo non canta più.
Avrei voluto parlare dei sogni del mio paese
Di questa Terra e della sua gente
Ma posso solo raccontare di tradimenti e di viltà
Bande nell’ombra, sguardi assassini
e intorno un mondo selvaggio.
Resta soltanto il rimpianto: il mio Paese non lotta più.
Dentro le case sguardi impauriti dalle persiane socchiuse.
La civiltà sta morendo.
Il mio Paese non canta più.
SE DAI RETTA ALLA GENTE
Ama la donna che ti cammina accanto
con gli occhi chiari come acqua corrente
che orna te tue notti senza pregare niente
senza badare a ciò che dice la gente
Ama la tua terra senza vergogna
canta il paese che più ti rassomiglia
i soli inumiditi di quegli inquieti cieli
senza sentire ciò che dice la gente
se tu dai retta alla gente
ti troverai nelle mani
un poco meno di niente:
cosa gli importa di te
Ama la tua tristezza e il tuo orgoglio
d’essere solo ad essere come sei
cammina per la strada senza guardar nessuno
senza badare a quello che fanno gli altri
E se diranno ma chi te lo fa fare
a scegliere la strada meno tranquilla
non starli a sentire e va dove ti pare
senza badare a quello che fanno gli altri
Se tu dai retta alla gente
ti troverai nelle mani
un poco meno di niente:
cosa gli importa di te
MI FAI SORRIDERE
Mi fai sorridere con quella faccia buffa che mi fai
con tutte le manie che tu hai
con quegli sguardi strani che mi dai
e sei buffissima con quello strano accento che tu hai
quel modo di parlare che tu sai
gli atteggiamenti che non cambi mai.
Se non ci fossi tu cosa farei? Se non ci fossi tu cosa sarei?
Se tu non esistessi, se io non ti vedessi, se io non t’abbracciassi,
non so neppure io cosa sarei
se non ci fossi tu.
Se non ci fossi tu, mi perderei, se non ci fossi tu, impazzirei
sarei un faro senza luce, sarei un gabbiano senza voce, sarei una terra senza pace, io sarei.
Ci sono attimi in cui reagisci in modo indisponente
quando ce l'hai col mondo e con la gente
e assumi un'espressione quasi assente.
E sei stranissima: ti arrabbi ma ti mostri indifferente
e assumi quello sguardo impertinente.
Quando mi metti il broncio per un niente.
Se non ci fossi tu cosa farei? Se non ci fossi tu cosa sarei?
Se tu non esistessi, se io non ti vedessi, se io non t’abbracciassi,
non so neppure io cosa sarei
se non ci fossi tu.
Se non ci fossi tu, mi perderei, se non ci fossi tu, impazzirei
sarei un faro senza luce, sarei un gabbiano senza voce, sarei una terra senza pace, io sarei.
Ed è inevitabile che se non ci fossi tu, se non ci fossi tu, se non ci fossi tu, io t’inventerei!
STRAPPA LA MONOTONIA
Non te lo chiedi mai perché tanta gente,
anche se in fondo sembra assai diversa
in fondo agli occhi ha lo stesso niente,
la stessa triste espressione persa:
identici gli sguardi rassegnati
di chi non ha il coraggio di rischiare
e fa solo discorsi strampalati
di chi non vede niente in cui sperare
Prova a strappare la monotonia,
dei giorni pieni del nostro niente,
le ore che il tempo si porta via
mentre, intorno, tu vedi la gente
con gli occhi fissi in mezzo al selciato,
lo sguardo vuoto, scuro ed assorto
che non s’accorge che il tempo è passato
come il fogliame di un albero morto.
Ti resta una vita senza più emozioni:
piatta e insapore come un biliardo
vuota di rischi ma anche d’illusioni,
ricca di fuochi spenti in ogni sguardo.
Se tutto appare senza più colore,
se le giornate sono gran sbadigli
in cui nessuno ascolta mai il suo cuore
e il coraggio è quello dei conigli,
ti senti come addomesticato
e intorno vedi soltanto macerie
di ogni sogno che hai cancellato
in questa vita tua vita da uomo in serie.
Guardati intorno e puoi vedere
chi sta distruggendo tutto il tuo mondo
lo sta cambiando a proprio piacere
e vuole solo che tu vada a fondo.
Per riappropriarti della tua esistenza
per costruire il tuo domani
per affermare la tua presenza
riprendi la vita nelle tue mani.
Se vuoi esistere devi rischiare,
e allora fallo per non subire
ti devi battere se vuoi sperare:
decidi di farlo per non morire.
Strappa la monotonia!
TEMPO DA LUPI
Tuo padre ti ha detto sii furbo figliolo
non devi rischiare perché
non serve lo sai le idee se ce l’hai
nascondile tienle per te.
tua madre ti ha detto ti prego bambino
non prendere freddo perché
sei pallido sai, riguardati un po’
la pillola l’hai nel paltò.
ma è un tempo da lupi , è un tempo da cani
cosa farai del tuo domani?
è un tempo da lupi e finiti gli eroi
questo è un tempo per noi.
la paura è una bestia che marcisce nel cuore
quella gente che non sa cosa sia l’onore.
è la paura che poi ti rende
un individuo prudente
che gira col vento che tira, col vento che gira
col vento che tira...
TERRA NERA
'A terra nera,
o mare verde,
e ciele bianche,
ammore mio aggio a partì!
'A terra nera,
o sole chiagne,
dimane parto
ma stai sicura che tornerò!
Mi hanno detto che domani partirò
mi hanno dato una consegna da eseguire,
mi hanno dato una divisa,
mi hanno detto: sei un soldato,
mi hanno detto : sei la legge..
ed ora vai!
Con gli occhi dell’Irpinia
sotto il cielo di Milano,
e c'è una madonnina che sorride da lontano
nel sole della città.
I grattacieli,
le ciminiere,
le strade grigie,
com'è grande questa città!
Sguardi di sasso,
picchetti armati,
la morte corre
nella nebbia della città!
Mi hanno detto che domani partirò
mi hanno dato una consegna da eseguire,
mi hanno dato una divisa,
mi hanno detto: sei un soldato,
mi hanno detto : sei la legge..
ed ora vai!
Un fiore dell’Irpinia
sotto il cielo di Milano,
disteso sull'asfalto
della strada grigio fumo
nel buio della città!
'A terra nera
t'ha ricoperto
nà croce 'e argiento
in paravise t'ha da purtà!
TI PRENDERO’
Ti prenderò a chi sa solo farti piangere
Ti toglierò ai tuoi giorni di nebbia
Ti porterò verso cieli più limpidi
T’insegnerò a camminare con me. Ma,
tu sciogli i capelli tuoi un’altra volta per me
Che importa se gli altri, poi, ne parleranno!
La luce dei giorni miei nasce dentro gli occhi tuoi
Adesso c’è solo un noi: siamo io e te. Io e te!
Ti porterò sopra le ali del vento
Conoscerai attimi di eterno
Cavalcherai su nuvole di sogno
Imparerai a camminare con me.
Ma tu resta ancora con me un giorno o finché vorrai
Che cosa importa per noi
Cos’è il domani.
Io ti vorrei sempre così come sei stata per me
Come sei negli occhi miei
Come amo te.
Ti prenderò, lo sai, ci riuscirò.
UN RAGAZZO
Hanno preso un ragazzo l’hanno fatto soldato
gli hanno dato un fucile e non è più tornato.
hanno tolto a un ragazzo quel che aveva trovato,
gli hanno detto non vale, e non è più tornato.
hanno detto a un ragazzo : era tutto sbagliato,
il nemico era un altro. ti hanno male informato.
hanno detto a un ragazzo : tutto quello che hai dato
era cuore giocondo, era canto stonato.
hanno detto a un ragazzo : se tu avessi aspettato
un morire più giù giusto te lo avremmo insegnato.
hanno detto a un ragazzo : avevamo scherzato,
ora siamo diversi, e il passato è passato.
hanno detto un ragazzo....
ma il passato è passato
UN UOMO (..è un altro fatto)
E allora la butto via
questa mia storia di uomo spento
che fa baldoria tra nostalgia
amore e vento
in fondo che cosa ho chiesto
se non parole per regalarmi
un po’ del sole a cui guardavo
senza accecarmi?
E ancora mi rifiuto di vendere il passato
e poi l'ho già pagato minuto per minuto
Per me, per la mia gente la fame ci è restata
per quanto sia sbagliata di sole, pane e niente.
Ma voi che ve ne fate degli occhi neri
di un uomo vinto dei suoi pensieri,
di un corpo straccio che sembra finto?
Ma un uomo muore solo qui dove cristo langue
nel tempo che da a nolo puttane, sogni e sangue.
E io non accetto il patto di dare la mia vita
per vincere la partita col mondo furbo e matto.. .
un uomo è un altro fatto!
GRAZIE
MILLE RACCONTI, MILLE PAROLE. GIORNI DI NUVOLE, GIORNI DI SOLE,
NOTTI SERENE O DI DOLORE, SPRAZZI DI GIOIA, STRAPPI NEL CUORE.
E OGNI ATTIMO DELLA MIA VITA, L’HO CONSERVATO TRA LE MIE DITA
E MI È SERVITO ANCHE IL DOLORE A GUADAGNARE UN TEMPO MIGLIORE.
GRAZIE A CHI MI HA LASCIATO, MA ANCHE A CHI MI HA ODIATO
GRAZIE A CHI MI HA FERITO, A CHI MI HA TRADITO
E MI HA FATTO IMPARARE CHI DOVEVO EVITARE.
SE QUALCHE VOLTA SO PERDONARE, IO NON RIESCO MAI A DIMENTICARE
OGNI FERITA, SONO SINCERO: MI HA LASCIATO PIÙ FORTE E PIÙ VERO
LE CICATRICI CHE HO CONSERVATO COME RICORDI DI UN TEMPO PASSATO
OGGI DIVENTANO IN FONDO AL CUORE OGNUNA IL BOCCIOLO DI UN NUOVO FIORE.
GRAZIE OGNI MOMENTO CHE MI E' STATO REGALATO
GRAZIE A OGNI SCONTRO CHE IO HO AFFRONTATO
GRAZIE A QUESTI GIORNI CHE SE NE ANDRANNO, PRIMA O POI
MA INFINE, A CHI MI HA CERCATO: UN GRANDE GRAZIE
A TUTTI VOI.
CALMAPIATTA
IN MEZZO A TANTA GENTE, TU ERI DIFFERENTE
AVEVI IN FONDO AL CUORE IL SENSO DELL’ONORE.
POI IL TEMPO È PASSATO QUALCOSA È CAMBIATO.
E HAI ACCANTONATO I SOGNI CHE HAI SOGNATO.
MA SI! MA SI! IN QUESTA TUA DISFATTA
HAI SCELTO LA CALMA PIATTA. MA SI!
TU NON VORRESTI MAI SOFFRIRE, PERÒ ACCETTI DI SUBIRE
TU NON SAI PIÙ CHE COSA FARE PERCIÒ TIRI A CAMPARE
NEL TUO LENTO NAUFRAGARE, NON OSI NEANCHE PIÙ PENSARE
PERÒ VORRESTI PROTESTARE E ALLORA TU TI VUOI SFOGARE
E ANNEGHI IL TUO LIVORE BRUCIANDO IL TUO RANCORE
E NEL TUO ANONIMATO TI SENTI APPAGATO
MA SOLO A TARDA SERA DAVANTI ALLA TASTIERA,
CON CALMA E SENZA FRETTA DENTRO LA TUA STANZETTA
MA SI! MA SI! IN QUESTA STAGIONE MATTA
HAI SCELTO LA CALMA PIATTA! MA SI!
E IN QUESTO TEMPO GRIGIO IN QUESTO MONDO OSCURO
CHE HA SPENTO IL TUO FUTURO E CI HA RINCHIUSI IN GABBIA,
IO CANTO LA MIA RABBIA PER QUESTO MONDO BOIA.
TU LA TUA VITA SCIATTA, L’AFFOGHI NELLA NOIA
DELLA TUA CALMA PIATTA!
MA SI!
DI UNA ESISTENZA SCIATTA!
SCENDE LA NOTTE
AVREI VOLUTO CANTARE IL MIO AMARO PAESE
RICCO DI STORIA E MONUMENTI
E RACCONTARE I SUOI MOMENTI DI GLORIA, DI CULTURA E DI CIVILTÀ.
MA È SCESA LA NOTTE SULLA MIA TERRA
ED È UNA NOTTE BUGIARDA.
LA GENTE MIA NON REAGISCE: IL FUOCO ANTICO NON ARDE PIÙ.
NIENTE PIÙ CANTI E LUNGO LE STRADE SGUAIATE GRIDA STRANIERE
LA CIVILTÀ STA CROLLANDO: II NOSTRO MONDO NON CANTA PIÙ.
Siamo un popolo accogliente e ospitiamo tanta gente
Ma dei rischi che corriamo noi neanche ci accorgiamo
Giù dai monti o su dal mare qui può entrare chi gli pare
AVREI VOLUTO CANTARE L’ORGOGLIO DEL MIO PAESE
DI QUESTA TERRA E DELLA SUA GENTE
MA POSSO SOLO RACCONTARE DI TRADIMENTI E DI VILTÀ
BANDE NELL’OMBRA, SGUARDI ASSASSINI
E INTORNO UN MONDO SELVAGGIO.
RESTA SOLTANTO IL RIMPIANTO: IL MIO PAESE NON LOTTA PIÙ.
DENTRO LE CASE SGUARDI IMPAURITI DALLE PERSIANE SOCCHIUSE.
OGNUNO RESTA NELL’OMBRA. NON C ‘È NESSUNO CHE RISCHIA PIÙ.
Siamo bravi ed ospitali con furbastri e criminali
Permanenza più sicura l’offre la magistratura!
E ci fa molto piacere prender calci nel sedere.
VIVERE
VIVERE, CERCARE UN SOGNO, RUBARE IL CIELO, APRIRE IL CUORE!
VOGLIA DI VIVERE COME UNO SGUARDO DI COMPLICITÀ
COME UN SORRISO APERTO E SINCERO O UN’ESPLOSIONE DI FELICITÀ
COME IL SEGRETO DI UNO SGUARDO RUBATO,
COME GLI INCONTRI CHE NON HAI MAI SCORDATO.
GIOIA DI VIVERE COME STUPIRSI PER UNO STUPORE,
COME L’ATTESA DI UN ALTRO AMORE,
COME OGNI VOLTO IN CUI TI SPECCHIERAI,
COME LA VOGLIA DI NON ARRENDERSI MAI.
VOGLIA DI ESISTERE COME SCOPRIRE LA TUA UMANITÀ
COME UN AMICO CHE TI TENDE LA MANO, O UNA CANZONE DI RINO GAETANO,
COME IL PROFUMO DI UN PANE APPENA SFORNATO,
COME L’ODORE DEL FIENO TAGLIATO.
VOGLIA DI VIVERE COME L’ISTANTE IN CUI SI APRE UN FIORE,
COME IL RICORDO DI UN GRANDE DOLORE,
COME QUEI MOMENTI DELLA TUA VITA
CHE RESTANO DENTRO COME UNA FERITA.
VOGLIA DI VIVERE CHE HO RISCOPERTO NEL BUIO DEL MIO CUORE
PER REGALARLA A CHI NON NE HA!! (2)
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