Cultura Popolare
Esiste una forma minore
dell’Arte che viene, spesso dimenticata
dalla cultura ufficiale e che, forse impropriamente, viene denominata
"popolare". Sono stati lasciati cadere nella
dimenticanza, in questa maniera, una grande quantità di tradizioni
popolari,
come i canti nati nel popolo, e importantissime tradizioni teatrali,
come ad
esempio quella delle Maschere e quelle del Maggio e del Bruscello, le
quali
sono recitazioni appartenenti alla tradizione contadina e che
raccontano
vecchie storie il cui rapporto con la realtà è estremamente indiretto.
Sono
argomenti che riguardano il settore dello Spettacolo ma anche quelli
della
Cultura propriamente detta e dell’Educazione. Infatti è solo attraverso
l’educazione che certi elementi della nostra cultura possono essere
trasmessi
alle nuove generazione che, invece, ne stanno perdendo memoria.
Per chi voglia rivalutare e rinverdire le proprie radici diventa
naturale l’impegno a riscoprire certi elementi culturali della propria
tradizione e a combattere quelle volontà che tendono a soffocare la
reale essenza della cultura stessa.
La nozione di arte popolare era; stata abbozzata e definita, da una
parte in
margine agli studi sulla poesia popolare avviati con la rivalutazione
romantica
dei concetti di popolo e di nazione, dall'altro in opposizione
all'estetica
idealista che aveva usato il termine di "popolare" come sinonimo
deteriore nei confronti della cosiddetta arte colta. Proprio intorno al
1930
venne chiarendosi la necessità di una più circostanziata indagine
storico-sociale, dalla quale la nozione di arte popolare uscì
arricchita di un
contenuto più sfumato e problematico, liberandosi delle ideologie
aprioristiche
che sembravano attribuirle un'essenza universale e immutabile.
L'aggettivo
popolare, applicato all'arte è divenuto così realmente indice di una
qualità
individuabile storicamente, che è strettamente connessa al complesso
delle
caratteristiche culturali e sociologiche dell'ambiente al quale si
riferisce e
in cui si manifesta, anche se rimangono talvolta discutibili i confini
tra arte
popolare, arti minori e artigianato, contribuendo , a confonderne i
limiti
certi filoni d'arte naïve, primitiva o provinciale. Tra arte popolare e
artigianato in particolare, sembra venirsi a disporre la ricca e varia
produzione tradizionale delle diverse realtà regionali italiane;
produzione in
seno alla quale l'oggetto d'uso può assumere il tono della creazione
unica o dell'elemento
di serie ridotta.
Tra le forme dell’arte popolare è lecito ricordare innanzitutto
l'architettura
nelle sue forme rustiche e spontanee, dalle forme di edilizia dell’Alto
Adige e
delle valli alpine italiane, ai trulli pugliesi e alla corte padana. Ci
sono
poi quelle lavorazioni artigianali che sono a cavallo tra artigianato e
arte.
Cosa è che distingue, infatti, l’artigiano dall’artista? Mettiamo un
pennello
in mano a uno e all’altro e poniamoli davanti a una vetrata da
dipingere e lo
sapremo. Lo scultore su legno e l’artigiano che crea basi pregiate di
mobili,
non usano gli stessi attrezzi? Non è quindi il mezzo che crea l’arte ma
il
genio. Così possiamo trovare innumerevoli esempi di arte in certe
lavorazioni
come i lavori d’intarsio su legno, le statuine dei presepi napoletani,
i
cassoni nuziali sardi, certe lavorazioni in ferro battuto, i pizzi di
Burano e
della Liguria, la vetreria di Murano, le filigrane della Sicilia, la
pittura su
vetro, la ceramica di Gubbio, Deruta e Faenza, i carretti siciliani, e
così
via.
Ma esiste anche un’arte legata alla letteratura. Con il termine di
letteratura
popolare si intende comprendere non solo le manifestazioni letterarie
vere e
proprie come poesie, novelle, proverbi, storielle e leggende, ma anche
tutte le
espressioni di arte popolare dai canti cosiddetti folcloristici, a
quell'intero
patrimonio più giustamente considerato nelle tradizioni o nella cultura
popolare. E la loro ricerca e rielaborazione diventa la testimonianza
qualificante della popolarità ridando in tal senso valore storico alla
manifestazione popolare, in quanto creata e trasmessa dall'anima
popolare,
custode di un fondamentale sentimento che filtra nel tempo.
Per quanto riguarda quei tipi di musica denominati popolare o di
folclore, il
pregiudizio secondo cui sarebbe "semplice" o "rozza"
rispetto a quella colta è stato distrutto dall’esame approfondito di
registrazioni di esecuzioni autentiche di musiche e canti nati e
provenienti
dal cuore della nazione. Rispetto alla musica colta, è notevole il
rapporto
psicologico che intercorre tra il canto popolare e i suoi fruitori. In
genere
chiunque può partecipare alle esecuzioni canore e musicali della sua
comunità.
Tipica in questo senso è anche la larghissima presenza di esecuzioni
corali
durante i lavori agricoli, durante le "veglie" nelle stalle, ecc..
Nel mondo popolare la musica e il canto solo raramente sono occasione e
motivo
di puro svago o di godimento estetico fine se stesso, ma vengono legati
a
occasioni cerimoniali e sociali di vario genere, a funzioni di
comunicazione di
vario tipo. Per esempio si trovano canti di lavoro, destinati ad
alleviare la
fatica, ritmandola: degni di attenzione tra questi sono i canti di
tela; ninne
nanne che alla funzione di conciliare il sonno al bambino uniscono
molto spesso
quella di manifestare sentimenti diversi, lamenti funebri che esprimono
e
insieme dolore incanalandolo in forme tradizionali, e insieme esprimono
il
disagio della propria condizione; canti di corteggiamento e canti di
nozze;
canti di questua, che vengono eseguiti in coro da gruppi di persone
che, in
particolari occasioni festive vanno di casa in casa formulando auguri
per i
membri della famiglia e chiedendo doni; canti magici come quelli che
vengono
impiegate in Puglia nella terapia tradizionale del tarantismo. Un
particolare
rilievo hanno le ballate diffuse dai musicisti cantori "a tempo
pieno" che, comunque, cominciano a essere figure piuttosto rare
essendosi
ridotto notevolmente il numero dei cantastorie ambulanti. La canzone
popolare è
una parte di quel patrimonio che il mondo dell’informazione e
l’industria dello
spettacolo hanno soffocato. È una grande
espressione di popolo che fa
parte della memoria ed è fondamentale per la nostra storia che non è
solo una
storia di trattati ma è anche una storia minima, una storia di costume
di cui,
altrimenti, nessuno avrebbe più ricordo.
Tutto ciò fa parte di un bagaglio culturale che si cerca disperatamente
di
seppellire, avendone sfruttati solo gli aspetti (pochi) protestatari e
utili
alla diffusione di sentimenti collettivistici. Infatti se la si osserva
nella
sua complessità, nella canzone popolare si scopre un grande amore per
la
famiglia, per le tradizioni, per la Patria, e anche un grande senso di
individualismo. Tutti elementi che stridono con certi principi
livellatori, e
nello stesso tempo superlibertari, che ispirano almeno una buona parte
della
nuova sinistra.
Nella canzone popolare italiana I testi "lirici" prevalgono su quelli
narrativi, i quali comunque hanno forme assai diverse. Dalla solarità
dei canti
siciliani si passa ai canti dell'Italia settentrionale dove la
principale
caratteristica è canzone epico-lirica a carattere narrativo. Una
collocazione
certamente a parte ha la Sardegna, la cui musica presenta importanti
tratti arcaici
dove si riscontrano forme di polivocalità, che hanno relazione con
forme
toscane, liguri, istriane, ma anche bretoni e caucasiche. Nel suo
insieme, la
musica popolare italiana costituisce un patrimonio tutto sommato più
vitale di
quanto non si voglia far pensare.
Tutto questo patrimonio di tradizioni artigianali e artistiche, che tra
l’altro
hanno la capacità di rilanciare anche nuove attività di lavoro (anche
se di
antica origine) nel tessuto sociale italiano, è minacciato dal
disinteresse
degli organi di governo, soprattutto regionale, che dovrebbero avere il
compito
di salvaguardarle. Non ci dimentichiamo di quello che è riuscito a fare
il
mondo della moda italiana nel mondo. Un settore che si mosso
autonomamente alla
ricerca di altri mercati e che attualmente forma uno dei capitoli più
interessanti dell’esportazione italiana. Anche l’artigianato artistico,
in
tutte le sue forme, ha le stesse capacità. È di vitale importanza,
anche in
vista dell’insediamento di nuovi piccoli impianti produttivi (a livello
artigianale) nel meridione d’Italia, non perdere anche questo
appuntamento